La Masseria Mandolalena si trova nelle campagne di Matera, in una zona chiamata Gravina di Picciano. È un’antica masseria fortificata, di quelle tipiche della Murgia, nata per difendere chi ci lavorava e ci viveva. Intorno ci sono campi, oliveti e grotte scavate nella roccia, usate nei secoli come rifugi, magazzini e perfino luoghi religiosi.
Il cuore della masseria è la chiesetta rurale, piccola ma carica di storia. Sulla facciata c’è un’iscrizione
L’iscrizione è interessante e molto significativa per capire lo spirito del luogo e del tempo.
c’è scritto che "non è concesso asilo" vuol dire che la chiesa della Masseria Mandolalena non doveva essere usata come rifugio per chi scappava dalla giustizia o dai briganti. Era una cosa piuttosto comune nei secoli passati: alcune chiese o luoghi sacri garantivano il diritto d’asilo, cioè chi vi si rifugiava non poteva essere arrestato o perseguito.
Qui invece, con quell’iscrizione, si prendeva posizione chiara: "Qui non si dà asilo a nessuno", quasi a dire che la chiesa era solo per il culto e non per proteggere fuggiaschi o delinquenti. Probabilmente perché la masseria era un centro produttivo importante e non volevano guai o problemi con la legge o con i briganti della zona, che all’epoca giravano spesso per le campagne.
Questa scritta ci racconta tanto di come doveva essere la vita lì: dura, concreta, legata alla terra ma anche molto attenta a non finire nei guai con il potere civile o religioso.
La Masseria Mandolalena, come tante masserie storiche della zona di Matera, era una vera e propria azienda agricola fortificata. Oggi alcune stanze sono ancora integre, specialmente i locali principali legati alla vita quotidiana e al lavoro agricolo. Ci sono ambienti scavati nella roccia, magazzini, stalle e la chiesetta con l’iscrizione. Non tutto è perfettamente conservato, ma il nucleo della masseria si legge ancora bene.
Come funzionava la masseria:
Era un sistema autosufficiente:
- vivevano lì il massaro (il gestore), le famiglie dei contadini e pastori;
- intorno c’erano campi, uliveti e pascoli;
- producevano olio, cereali, formaggi;
- nelle grotte si conservavano le scorte e si riparavano gli animali.
La chiesa non era solo per pregare, ma anche un modo per “proteggere” il lavoro e la comunità, richiedendo la benedizione su raccolti e bestiame.
La torre colombaia:
la Mandolalena ha una torre colombaia. Non è un dettaglio di lusso, ma un pezzo fondamentale:
- serviva per allevare i colombi, che erano una risorsa preziosa;
- le colombaie erano un segno di ricchezza e potere della masseria;
- i colombi venivano usati come cibo (carne), ma anche per il guano, ottimo fertilizzante per i campi.
La torre, di solito, era alta e ben visibile: proteggeva i nidi dai predatori e dava alla masseria un’aria da piccolo fortino.
Inoltre, la presenza di grotte e strutture sotterranee nella masseria ha dato origine a racconti su passaggi segreti utilizzati in passato per sfuggire a pericoli o per attività clandestine. Queste storie, tramandate oralmente, contribuiscono al fascino misterioso della Masseria Mandolalena, rendendola un luogo di grande interesse sia storico che culturale.
In sintesi: la Mandolalena non era solo un posto dove vivere, ma una macchina agricola ben organizzata, con spazi precisi per ogni attività.
La Masseria Mandolalena è una proprietà privata, gestita dall'azienda agricola "Ciciddo". Sebbene sia aperta al pubblico durante eventi speciali, come le Giornate FAI di Primavera, è possibile organizzare visite in altri periodi contattando direttamente l'azienda...credo!
Insomma, non è solo un edificio: è una fetta di storia di Matera e della sua campagna.
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