Immerso tra i silenzi della natura e il fascino dell'abbandono, Lo Scialandro, a Montesano sulla Marcellana, è uno di quei luoghi che ogni vero urbexer dovrebbe visitare almeno una volta nella vita. Situato sulla collina che porta il suo stesso nome, Lo Scialandro è ciò che resta di un ambizioso progetto: un grande convento dedicato a Sant'Antonio dei Cappuccini, mai completato ma ancora oggi fortemente evocativo e carico di mistero.
Un sogno iniziato negli anni ’50
La costruzione dello Scialandro ebbe inizio negli anni Cinquanta per volontà di Filippo Gagliardi, un benefattore visionario, originario proprio di Montesano. Emigrato giovanissimo in Venezuela, Gagliardi fece una fortuna colossale nel settore edilizio e industriale. Ma, nonostante il successo all’estero, non dimenticò mai le sue radici.
Tornato nel suo paese natale, decise di investire parte del suo patrimonio in opere pubbliche e filantropiche, contribuendo profondamente allo sviluppo della comunità montesanese.
e opere di Gagliardi: un mecenate moderno
Filippo Gagliardi fu il promotore di numerosi progetti, molti dei quali ancora oggi visibili a Montesano:
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Il maestoso Duomo in stile neogotico, uno degli edifici religiosi più imponenti del Vallo di Diano.
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La Caserma dei Carabinieri.
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Un acquedotto moderno.
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La costruzione e il miglioramento di strade urbane e rurali.
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Un asilo infantile e 105 abitazioni donate ai più poveri.
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Oltre a innumerevoli aiuti economici a famiglie bisognose.
Un visionario tra sogni e utopie
Si racconta che Gagliardi fosse anche il primo a proporre concretamente la costruzione di un ponte sullo Stretto di Messina, anticipando di decenni i dibattiti moderni. La sua mente lungimirante immaginava addirittura la nascita di una Repubblica Autonoma dei Gigli Bianchi, un'entità simbolica e ideale con Montesano come fulcro spirituale e amministrativo.
Il convento incompiuto: lo Scialandro
Il suo ultimo grande sogno fu proprio la realizzazione del Convento di Sant’Antonio dei Cappuccini, detto "Lo Scialandro", dal nome della collina su cui sorge. Purtroppo, la morte di Filippo Gagliardi segnò la fine di quel progetto: la struttura rimase incompiuta, lasciando dietro di sé un’opera a metà tra il sacro e il profano, perfetta per chi ama esplorare luoghi dimenticati, pregni di storie mai concluse.
Oggi Lo Scialandro è meta prediletta per esploratori urbani, fotografi e appassionati di storia locale, che ne apprezzano l’atmosfera decadente e la potenza evocativa. Mura incomplete, scalinate interrotte, silenzio e vegetazione che si riprende gli spazi: ogni dettaglio racconta di una fede incrollabile nel proprio paese, di una generosità concreta e di un sogno lasciato sospeso.
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