Alle vasche sulfuree di Sant’Alessio a Nova Siri, se dici ‘u monac e a monac’ l’acqua ribolle prov MT

Immagina i Romani, grandi fan dei bagni caldi, che gironzolano per Nova Siri duemila anni fa: trovano una sorgente sulfurea e che fanno? Naturalmente si costruiscono delle vasche di pietra, oggi note come Vasche di Sant’Alessio. Non erano piscine da selfie, ma vere e proprie “spa all’antica”, dove ci si curava e si chiacchierava di politica, amori e conquiste.

Le vasche sono ancora lì, piene di quell’acqua sulfurea che ti fa storcere il naso per l’odore di zolfo… ma che, dicono, fa miracoli per la pelle e per le ossa. Quindi sì, ci puoi fare il bagno, ma non aspettarti l’acqua frizzantina: qui è tutto “100% naturale”, con tanto di aroma strong!

Eh ...sì!, le vasche di Sant'Alessio a Nova Siri sono termali: si tratta di antiche terme di origine romana, ancora in funzione, che si riempiono di acqua sorgiva limpida e depurativa grazie a un ingegnoso sistema di sifoni

.Le vasche rappresentano un sito archeologico di rilievo, ma sono anche accessibili e utilizzabili per bagni rigeneranti.

La leggenda più famosa

Qui arriva la parte che tutti amano: la storia del monaco e della monaca. Si racconta che due religiosi, travolti da un amore proibito, si incontrassero di nascosto proprio in queste vasche. E ancora oggi, se pronunci le parole “u monac e la monac”, nell’acqua iniziano a salire misteriose bolle sulfuree. Coincidenza chimica o segnale di qualcosa di inspiegabile e affascinante? A te la scelta…

C’è chi giura di aver sentito strani rumori, come sospiri e risate, e chi dice che le vasche ribollano più del normale quando qualcuno si lascia andare a battutine sconvenienti. Insomma, è un mix tra centro benessere romano e set di un film horror-romantico.

In poche parole

Le Vasche di Sant’Alessio sono uno di quei posti che ti fanno dire: “Perché non ci sono arrivato prima?”. Storia antica, natura selvaggia, acqua sulfurea e un pizzico di leggenda piccante. Che tu ci vada per un tuffo, per respirare aria di passato o per evocare “u monac e la monac”, una cosa è certa: torni a casa con un aneddoto che nessuno ti batte a cena.