Arroccato su uno sperone di roccia vulcanica, il Castello di Melfi domina la città e l’intera valle del Vulture. È uno dei castelli medievali più imponenti e meglio conservati del Sud Italia, con una storia che intreccia re, papi, battaglie e leggende.
La nascita del castello
Il castello fu costruito intorno all’XI secolo dai Normanni, dopo la conquista di Melfi guidata da Guglielmo d’Altavilla (1042). In seguito passò sotto il controllo degli Svevi con Federico II, che lo trasformò in una residenza imperiale. Nei secoli subì modifiche con gli Angioini e gli Aragonesi, fino a diventare una vera cittadella fortificata.
Qui si svolsero eventi storici di grande rilievo: a Melfi si tennero ben cinque concili papali e lo stesso Federico II vi promulgò le celebri Costituzioni di Melfi (1231), una delle prime raccolte organiche di leggi medievali.
Com’è fatto: torri e stanze
Il castello ha una pianta poligonale con dieci torri (alcune quadrate, altre poligonali) collegate da poderose mura. L’accesso era difeso da un ponte levatoio.
All’interno ci sono cortili, ambienti residenziali e sotterranei. Non si conosce il numero preciso di stanze originali, ma le sale visitabili oggi ospitano il Museo Nazionale Archeologico del Melfese “Massimo Pallottino”, dove sono esposti reperti lucani e dauni, tra cui il celebre Sarcofago di Rapolla.
Leggende e fantasmi
Come ogni antico maniero, anche il castello di Melfi è avvolto da storie misteriose:
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Si racconta di corridoi sotterranei che collegherebbero il castello con altre zone della città, usati come vie di fuga o passaggi segreti.
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Alcuni visitatori parlano di presenze spettrali, figure che si aggirano tra le torri e i camminamenti di notte. C’è chi dice di aver visto il fantasma di una dama in abito medievale, forse una nobile legata agli Altavilla o agli Svevi, che appare con una candela in mano.
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Una leggenda popolare narra che nei sotterranei sia custodito un tesoro nascosto da Federico II, sorvegliato da spiriti che impediscono a chiunque di impossessarsene.
La leggenda
Secondo la tradizione, la Dama Bianca sarebbe lo spirito di una giovane donna nobile, promessa sposa a un potente signore. Tuttavia, la giovane dama era innamorata di un giovane contadino. Il giorno delle nozze, la dama avrebbe deciso di fuggire con il suo amato, ma fu scoperta e tradita dal suo stesso cuore. Il suo spirito, intrappolato tra le mura del castello, vaga ancora oggi alla ricerca della sua culla, simbolo del suo amore perduto e della sua tragica fine.
Manifestazioni e apparizioni
Si racconta che, nelle notti di luna piena, la Dama Bianca appaia nel castello, vestita di bianco, percorrendo le stanze e i corridoi. Alcuni testimoni affermano di averla vista aggirarsi tra le antiche mura, mentre altri parlano di strani rumori e luci misteriose che precedono la sua apparizione.
Visitare il castello oggi
Il Castello di Melfi è visitabile e aperto al pubblico. Oltre alle mura, alle torri e agli affacci panoramici, al suo interno si può esplorare il museo archeologico con statue, ceramiche, gioielli e reperti che raccontano la lunga storia del Vulture.
Gli orari di apertura possono variare in base alla stagione, ma in genere il castello è accessibile tutto l’anno. La visita è consigliata sia agli amanti della storia che agli appassionati di misteri, grazie all’atmosfera suggestiva che di sera diventa ancora più intensa.
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Perché visitarlo
Il Castello di Melfi non è solo un monumento medievale: è un luogo dove storia, arte e leggenda si fondono. Passeggiare tra le sue torri significa ripercorrere le orme di Federico II e dei Normanni, ma anche lasciarsi suggestionare da racconti di fantasmi e segreti nascosti nelle sue mura.
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Il barocco serviva anche a “ammodernare” il castello medievale, rendendolo più elegante e confortevole rispetto alla funzione puramente difensiva delle torri e dei bastioni.
In pratica, trasformava alcune aree del castello da fortezza militare a residenza di prestigio.
Le decorazioni barocche (stucchi, affreschi, specchiere) avevano lo scopo di impressionare i visitatori, mostrando potere e ricchezza del signore del castello.
In origine, il castello era circondato da un fossato pieno d’acqua, che serviva come difesa naturale contro eventuali assalitori.
Il ponte permetteva di superare questo fossato e arrivare all’ingresso principale, rendendo l’accesso controllato e strategico.
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