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La "Matera Irpina" : Un Viaggio nel Tempo tra le Grotte del Rione Trappeto prv Av


L'Irpinia è una terra di borghi antichi, paesaggi suggestivi e storie da scoprire. Tra questi tesori, spiccano le enigmatiche Grotte di Montecalvo Irpino, un complesso rupestre così vasto e caratteristico da meritarsi l'appellativo di "Matera Irpina". Un soprannome importante, che evoca subito un'immagine di architettura troglodita e di un passato profondo.

Questi insediamenti scavati nella roccia si trovano principalmente nella zona che abbraccia il Rione Trappeto e le aree limitrofe, tra il comune di Montecalvo Irpino e le pendici della collina. Qui, le formazioni geologiche del terreno (spesso arenarie o rocce tenere) hanno permesso all'uomo di plasmare il paesaggio, creando una serie di cavità artificiali e naturali, adattate per varie esigenze.

La vicinanza al rione Trappeto è significativa, poiché questo nome stesso evoca la presenza di "trappeti", ovvero i luoghi dove si macinavano le olive o l'uva. Questo suggerisce una storia di attività agricole e artigianali legate al territorio.

Gli studi archeologici e storici indicano che le origini degli insediamenti rupestri a Montecalvo Irpino sono molto antiche. Sebbene sia difficile stabilire una datazione precisa per ogni singola grotta, si ritiene che alcune cavità possano risalire persino all'età preistorica o protostorica, utilizzate come rifugi naturali.

Tuttavia, il periodo di massimo sviluppo e di strutturazione come vere e proprie abitazioni e luoghi di culto ipogei si colloca prevalentemente nell'Alto Medioevo. In quest'epoca, le popolazioni locali, spesso spinte dalla necessità di difesa o dalla ricerca di luoghi appartati per la vita eremitica o comunitaria, scelsero di abitare e lavorare nel cuore della roccia.

Le Grotte di Montecalvo Irpino non erano solo dimore. Costituivano un vero e proprio microcosmo funzionale, dove la vita si svolgeva in tutte le sue forme:

Molte grotte erano semplici dimore, talvolta composte da più ambienti, scavati per ospitare intere famiglie. Presentano spesso nicchie, focolari e spazi per la conservazione di viveri.

Non mancavano le chiese e le cripte rupestri, testimonianza della profonda spiritualità e della presenza di comunità monastiche o eremitiche. Alcune presentano ancora tracce di affreschi o altari scavati nella roccia.

Come suggerisce il nome "Trappeto", molte cavità erano adibite a frantoi ipogei (per l'olio) o a palmenti (per il vino), sfruttando l'ambiente fresco e costante per la lavorazione e la conservazione dei prodotti agricoli.

Altre grotte servivano come stalle per animali, depositi per attrezzi o come semplici rifugi in caso di pericolo.

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