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Olevano Segreta: Il Convento di S. Maria di Costantinopoli, tra affreschi perduti e natura selvaggia pr Sa

Erosione e scorrere del tempo sulle mura del complesso religioso di Olevano
Immerso nel verde rigoglioso della natura salernitana, il Convento di Santa Maria di Costantinopoli a Olevano sul Tusciano emerge come un custode silenzioso di secoli di storia, arte e spiritualità. Un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, offrendo al visitatore un'esperienza unica tra architetture suggestive, racconti affascinanti e una pace intramontabile. 

La storia del Convento di Santa Maria di Costantinopoli affonda le radici in un passato lontano, probabilmente intorno al XII-XIII secolo, anche se la sua fondazione precisa è avvolta nel mistero. Si narra che il primo nucleo fosse un piccolo eremo, luogo di ritiro e preghiera per monaci basiliani. La sua intitolazione a "Santa Maria di Costantinopoli" suggerisce un legame profondo con il culto mariano orientale, testimoniando le influenze culturali e religiose che hanno attraversato la Campania nel corso dei secoli.

Nel corso dei secoli, il convento ha subito numerose trasformazioni. Dalle sue prime forme eremitiche, si è evoluto in una struttura più complessa, probabilmente con l'arrivo di ordini religiosi come i Francescani o i Domenicani, che spesso si insediavano in luoghi di preesistente spiritualità. Le architetture che oggi possiamo ammirare, sebbene segnate dal tempo e da interventi successivi, rivelano una stratificazione di stili, dal romanico al gotico, fino a elementi rinascimentali, testimoniando le diverse epoche e i mutamenti architettonici che lo hanno interessato.

Il  Convento di Santa Maria di Costantinopoli conserva ancora elementi di notevole interesse architettonico e artistico. La maestosa facciata in pietra, con le sue aperture che un tempo ospitavano finestre e portali, racconta storie silenziose. È possibile intuire la disposizione delle navate della chiesa, del chiostro, dove un tempo risuonavano i passi dei frati, e delle celle monastiche.

Prestando attenzione, si possono ancora scorgere tracce di affreschi sbiaditi, frammenti di decorazioni murali che un tempo adornavano le pareti, rivelando la ricchezza artistica del convento. 

Nelle foto potreste notare delle piccole nicchie votive sparse lungo le pareti esterne ed interne. Queste erano probabilmente utilizzate per ospitare immagini sacre o lampade votive, e alcune leggende locali narrano di particolari poteri curativi attribuiti a queste aree.

Una delle leggende più suggestive narra di un'apparizione della Madonna a un pastore, proprio nel luogo dove poi sarebbe sorto il convento. Questa visione avrebbe ispirato la costruzione dell'eremo e avrebbe consolidato la devozione mariana nella zona, portando all'intitolazione a Santa Maria di Costantinopoli.

È una location molto amata da registi di cortometraggi, videomaker per videoclip musicali e fotografi per la sua atmosfera decadente e gli affreschi superstiti.

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Dettaglio dei capitelli decorati nel chiostro del convento domenicano di Olevano

Prospettiva degli archi a tutto sesto nel monastero abbandonato di Olevano sul Tusciano


Resti del convento domenicano del XVI secolo immerso nella vegetazione della Campania

Affreschi rinascimentali superstiti sulle pareti della chiesa di Santa Maria di Costantinopoli

Chiostro interno con archi e colonne in pietra del Convento di Santa Maria di Costantinopoli

Facciata in pietra del complesso monumentale di Salitto Olevano sul Tusciano

nicchie votive all interno

Scatto artistico tra i ruderi del convento abbandonato di Olevano sul Tusciano

Atmosfera decadente e fascino dei luoghi abbandonati al Convento di Salitto