La Chiesa di Sant’Anna sorge appena fuori dal centro abitato, in posizione panoramica. È un edificio semplice ma intriso di spiritualità, circondato dal verde e da una quiete quasi mistica.
Secondo la tradizione, la chiesa sarebbe sorta su un luogo considerato sacro sin dall’antichità, forse legato a culti rupestri o a eremi medievali. Non a caso, nei dintorni si trovano grotte e cavità naturali, alcune delle quali ancora visitabili, che furono usate in passato come rifugi di eremiti e spazi di preghiera.
Le grotte, scavate nella roccia calcarea, si trovano poco sotto la chiesa, lungo il pendio: ambienti freschi, umidi e silenziosi dove, secondo alcuni anziani del posto, si ritiravano in penitenza devoti o monaci. In certe cavità si scorgono ancora nicchie e piccole croci incise nella pietra, segno di un uso religioso e ascetico.
Ogni anno, a fine luglio, San Mango sul Calore si accende per una delle sue tradizioni più sentite: la Cavalcata di Sant’Anna.
È un rito antico, che unisce devozione, spettacolo e identità popolare. I cavalieri, vestiti con abiti tradizionali, ornano i cavalli con nastri, fiori e coccarde colorate e percorrono le vie del paese fino al santuario, dove si celebra la messa in onore di Sant’Anna, madre della Vergine Maria.
Durante il tragitto, i cavalieri lanciano manciate di confetti ai passanti, ai bambini e alle famiglie che affollano i balconi. I confetti non sono un semplice dolce: rappresentano la grazia e la fertilità che Sant’Anna concede.
Le donne incinte o che desiderano un figlio li raccolgono con emozione, conservandoli come una piccola benedizione.
Dopo aver attraversato il paese, la cavalcata raggiunge la chiesa di Sant’Anna. Qui avviene la parte più suggestiva:
i cavalieri entrano a cavallo nella chiesa, compiendo tre giri rituali intorno all’altare della santa.
È un momento che lascia tutti senza fiato.
I cavalli, adornati a festa, avanzano lentamente sul pavimento della piccola chiesa mentre la gente lancia confetti e prega a voce alta. Il rumore degli zoccoli si mescola ai canti, e l’aria si riempie di un profumo dolce e antico.
I tre giri simboleggiano la Trinità e la continuità della vita — un gesto di fede che si tramanda da generazioni.
Il lancio dei confetti è il cuore pulsante della festa.
Un gesto allegro ma profondamente simbolico: i confetti rappresentano la benedizione della santa, la fertilità, la gioia della famiglia.
Si racconta che raccoglierne uno porti fortuna e, per le donne, aiuti a diventare madri.
Così, mentre i cavalieri fanno volteggiare le mani piene di dolcetti bianchi, il pubblico si affolla, ride, tende le mani al cielo.
Alla fine della cavalcata, dopo la messa, il paese si riempie di musica, tavolate e convivialità: la fede si trasforma in festa, in comunità.
E chi viene da fuori resta incantato — perché non si tratta solo di una celebrazione, ma di un viaggio nel tempo e nel cuore dell’Irpinia.







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