
Se pensavate di conoscere tutti i tesori della Basilicata, preparatevi a restare a bocca aperta! A Barile, un pittoresco borgo di origine albanese (Arbëreshë) alle pendici del Vulture, si cela un mondo sotterraneo che racconta secoli di storia e passione: Le Cantine!
Queste straordinarie grotte non sono nate per caso, ma dalla necessità e dall'ingegno. Furono scavate a partire dal XV secolo, quando le comunità albanesi si stabilirono in questa zona dopo la fuga dall'invasione turca. L'attività di scavo si intensificò nei secoli successivi, legate indissolubilmente alla coltivazione del vitigno che ha reso celebre la regione: l'Aglianico del Vulture.
La ragione principale della loro creazione? Semplice ma geniale: il terreno vulcanico del Vulture è perfetto per essere scavato, e le grotte offrono una temperatura e un'umidità costante e naturale (circa 12-14°C) tutto l'anno. Questo ambiente è l'ideale per l'affinamento e la conservazione dei vini, in particolare il potente e nobile Aglianico!
Immaginate un labirinto scavato a mano nel tufo vulcanico! Le cantine di Barile non sono semplici stanze, ma vere e proprie opere di ingegneria spontanea:
Scavate nel Tufo: Sono ricavate direttamente nella roccia vulcanica tenera, il che le rende uniche.
Architettura Semplice: La maggior parte è composta da una galleria principale e diverse nicchie laterali, tutte con l'obiettivo di ospitare le botti.
Il "Tesoro" dell'Aglianico: È qui che riposa e invecchia, lontano dalla luce e dagli sbalzi termici, il prezioso vino
Si stima che ci siano centinaia di grotte! La maggior parte si concentra in un'area suggestiva conosciuta come "Sheshë" (Piazza), che di fatto è la collina che sovrasta il paese. Nonostante molte siano in disuso, un buon numero è ancora utilizzato dai produttori locali e molte vengono aperte al pubblico in occasione di eventi e degustazioni.
Oltre alla storia e al vino, queste cantine sono state il set di un capolavoro cinematografico! Proprio tra queste pareti di tufo, il grande regista Pier Paolo Pasolini girò alcune scene del suo celebre film, "Il Vangelo secondo Matteo" (1964). Le oscure e suggestive cantine fornirono lo scenario perfetto, contribuendo a dare al film quell'atmosfera cruda e realistica che lo ha reso un classico. Un aneddoto che lega indissolubilmente Barile alla storia del cinema italiano!
















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