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il villaggio fantasma della Riforma Agraria: sembra uscito da Fallout e The Walking Dead prov MT



Se ci si avventura nelle campagne lucane ci si imbatte, spesso dei gruppi di case silenziose, allineate come soldati a riposo, con i muri scrostati e le finestre vuote come orbite spente. Sono i borghi rurali della Riforma Agraria, costruiti tra gli anni ’50 e ’60, quando lo Stato decise di redistribuire le terre incolte e offrire ai contadini nuove abitazioni e appezzamenti da coltivare.

Nell  materano  furono costruiti diversi nuclei abitativi, piccoli villaggi progettati per ospitare famiglie di braccianti. Le case erano semplici, quasi tutte uguali: una pianta rettangolare, mura in tufo o mattoni, tetto spiovente in coppi, una cucina essenziale, due stanze da letto e una stalla adiacente.
Non si trattava di case “di lusso”, ma di abitazioni funzionali, pensate per dare dignità e stabilità a chi fino ad allora viveva in tuguri o era costretto all’emigrazione stagionale. Attorno alle case si sviluppava il borgo rurale, con una chiesetta, la scuola elementare, a volte una piccola bottega o l’ufficio dell’Ente Riforma.
L’utopia della Riforma durò poco. Molti terreni assegnati non erano fertili come promesso, le famiglie erano isolate e le infrastrutture mancavano. Negli anni ’60 e ’70 arrivò l’ondata migratoria: il Nord Italia offriva lavoro in fabbrica, l’estero (Germania, Svizzera, Belgio) prometteva stipendi che la terra lucana non poteva garantire.
Così, i villaggi rimasero sempre più vuoti. Le case furono abbandonate una a una, fino a trasformarsi in scenografie fantasma.

E' bene fare una precisazione per capire perche' alcune case sono di un tipo e altre sono piu moderno brutalista 
Anni ’60 in poi: l’Ente Riforma iniziò a sperimentare tecniche più rapide ed economiche, con blocchi prefabbricati in calcestruzzo e coperture semplici in cemento armato.
Anni ’40-’50: si usava ancora molto il tufo locale o il laterizio in mattoni pieni, più vicino alla tradizione edilizia contadina.
Le case coloniche familiari erano costruite in tufo o mattoni, materiali “più abitabili” e termicamente migliori.
Gli edifici di servizio (magazzini, stalle collettive, scuole rurali, uffici) spesso erano realizzati in prefabbricato o in blocchi di cemento, perché costavano meno e si costruivano velocemente.


Tra Fallout e The Walking Dead

Passeggiando oggi tra questi borghi rurali, la sensazione è surreale.
Alcune strade ormai sono sparite , altre sopravvivono regalando uno scenario  tipo deserto americano lunghe strade , pochi alberi e gruppi di  case abbandonata qua e la'  con vecchi mobili corrosi dall’umidità. Ci sono porte che pendono dai cardini. È come camminare in un mondo post-apocalittico:

  • da un lato ricorda gli scenari di Fallout, con paesaggi fermi nel tempo, dove l’utopia del progresso si è congelata e disfatta;

  • dall’altro sembra di essere in una puntata di The Walking Dead, aspettandosi da un momento all’altro che tra le case spunti un gruppo di sopravvissuti o un’orda di vaganti.

Il contrasto tra la natura che riconquista tutto e l’architettura rigida, pensata per un futuro che non è mai arrivato, rende questi luoghi incredibilmente affascinanti per chi ama l’urbex, la storia sociale e le atmosfere da “fine del mondo”.

Un patrimonio dimenticato

Oggi questi villaggi sono un patrimonio fragile, sospeso tra memoria storica e abbandono. Testimoniano un’epoca di grandi speranze e delusioni, di politiche che hanno cambiato per sempre il volto del Sud, lasciando però dietro di sé anche silenzi e rovine.
Visitare le case della Riforma Agraria  non è solo un viaggio nel tempo, ma anche un’esperienza immersiva, un po’ inquietante e un po’ malinconica, che mescola storia, abbandono e suggestione cinematografica.

Non esiste una stima attendibile di quante coase ci siano in queste campagne ma sicuramente oltre il centinaio, percorrendo le stradine deserte se ne incontrano davvero tantissime.

Secondo alcuni ben informati sulle 300 

Parte del problema può essere che molti edifici non erano tutti della stessa tipologia, e spesso i poderi contigui avevano case coloniche sparse che non erano solo concentrate in borghi. Quindi distinguere “case coloniche” + “case del borgo rurale” complica il conteggio.

SEMPRE NELLA ZONA E SEMPRE PARLANDO DI LUOGHI ABBANDONATI "URBEX" DAVVERO RICCHI DI FASCINO POCO DISTANTI VI CONSIGLIO ANCHE QUESTI 2 LUOGHI>>>>>