Masseria Selva Venusio a Matera è uno di quei luoghi che non finisci mai di guardare una sola volta. Appare all’improvviso tra le ondulazioni della Murgia, con i suoi muri chiari consumati dal vento e qualche arco che resiste ancora come se volesse ricordare a tutti che qui, un tempo, la vita non mancava mai.
Risale alla seconda metà del Settecento, periodo in cui le masserie non erano solo case coloniche ma veri centri di lavoro agricolo e pastorale. Qui si allevavano pecore, si produceva latte, si riparavano attrezzi, si organizzava il lavoro dei campi e la vita ruotava tutta attorno al cortile, chiuso e protetto come un piccolo mondo autosufficiente.
La masseria è costruita sopra una lama rocciosa, con parte degli ambienti addossati direttamente alla pietra, la tipica pietra della murgia materana , la calcarenite è morbida, lavorabile, ed è la stessa che ha dato vita alle grotte, ai jazzi, alle chiese rupestri e a tutto il paesaggio scavato che circonda Matera. Selva Venusio è perfettamente dentro questo stile, metà architettura rurale e metà architettura del territorio.
Oggi non è abitata e non è un sito musealizzato. È un rudere, ma un rudere che parla. Si può raggiungere attraverso sentieri che attraversano il Parco della Murgia Materana, spesso gli stessi percorsi usati dai pastori. Non ci sono biglietti, né orari, né percorsi obbligati: la visita è libera, a patto di rispettare ciò che resta e di avere un minimo di preparazione escursionistica. Il terreno è irregolare, l’accesso è tipico di una masseria isolata e conviene arrivarci con scarpe adeguate
Il bello della Basilicata e' propio che conservi ancora angoli rimasti intatti, lontani dal turismo di massa e perfetti per chi ama l’esplorazione lenta. Matera non è solo Sassi e chiese rupestri: è anche questo sistema di masserie che testimoniano un passato rurale forte, radicato e spesso dimenticato.




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