Quella che un tempo era la cattedrale incontrastata del divertimento, il faro luminoso della costa tirrenica, è oggi, purtroppo, un suggestivo ma malinconico luogo Urbex. E mentre attraversiamo idealmente i cancelli arrugginiti di questo gigante addormentato, l'aria vibra ancora degli echi di una pubblicità che risuonava fiera in tutta Italia: “La più grande discoteca del Sud Italia.”
Verità o esaltazione promozionale, poco importa: il Lanternone, dal lontano 1970 fino alla sua chiusura nel 1998, è stato senza dubbio uno dei locali più importanti d'Italia, un vero e proprio epicentro culturale e mondano che dettava il ritmo del divertimento nel Sud.
La Grandezza di una Struttura Monumentale
Il Lanternone non era una semplice discoteca; era un vero e proprio complesso ricreativo monumentale, progettato per non farti mai desiderare altro. Immaginate la scena:
Un'immensa pista da ballo all'aperto dove, nelle serate estive, migliaia di persone danzavano sotto le stelle del Cilento, dimenticando il mondo esterno.
Una sala coperta, per non fermare la musica neanche d'inverno.
Una splendida piscina che di giorno era un'oasi di relax e di notte rifletteva i giochi di luci stroboscopiche.
Un palco pronto ad accogliere le più grandi star e' sono state davvero innumerevoli le star a passare per il Lanternone.
Un'area ristorazione completa, con pizzeria e ristorante, e ben due bar che lavoravano incessantemente per dissetare una folla in festa.
E dietro le quinte, camerini e dormitori per lo staff e gli ospiti, testimonianza di quanto questo luogo fosse un organismo vivo e pulsante.
Le serate al Lanternone erano eventi irripetibili, veri e propri spettacoli che hanno plasmato intere generazioni. Sul suo leggendario palco non sono passati solo i DJ più in voga del momento, ma l'Olimpo della musica italiana e internazionale. Stiamo parlando di voci e artisti che hanno fatto la storia, da Mina a Lucio Battisti, passando per Raffaella Carrà, Renato Zero, Laura Pausini e Gianna Nannini, affiancati dai gruppi musicali e i DJ più acclamati del panorama globale.
La sua rilevanza era tale che il locale fu più volte protagonista di dirette televisive e venne scelto come set per la realizzazione di diversi film. E, cosa forse meno nota ai più giovani, proprio tra queste mura un certo Lorenzo Cherubini (sì, proprio lui, Jovanotti) mosse i primi passi dietro la consolle, scrivendo il primo capitolo di una carriera sfolgorante.
Davvero, non basterebbe un intero libro per narrare la storia e l'influenza che il Lanternone ha esercitato sulla movida del Sud Italia e su tutti coloro che hanno avuto la fortuna di vivere quei mitici anni '70, '80 e '90.
Oggi, l'esplorazione del Lanternone è un viaggio amaro attraverso il tempo. Le foto che vedete sono state scattate circa un decennio fa, quando la tecnologia fotografica era quella dell'epoca (il che ne giustifica la qualità non eccellente), ma documentano soprattutto uno scenario di desolante abbandono.
Le luci si sono spente da tempo, la musica si è dissolta nel vento. I locali sono ormai fatiscenti, pericolanti e purtroppo vandalizzati. Ogni colonna, ogni angolo, ogni traccia di vernice sbiadita racconta una storia di grandezza perduta, un monito silenzioso sulla caducità della gloria.
Il Lanternone non è più il centro della "movida," ma resta un monumento intangibile a un'epoca irripetibile, un vero e proprio fantasma magnifico che domina la memoria del divertimento cilentano.





















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