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Contursi Terme segreta: la grotta che custodisce un volto nella roccia Prov Sa

A pochi passi dal centro di Contursi Terme, c’è un luogo che pochi conoscono davvero ma che vale la pena scoprire: la Grotta del Rosario, immersa in una natura tranquilla, tra pascoli e panorami aperti

Non serve essere esperti di trekking per arrivarci. Il sentiero parte da località Cappellazzo e in una mezz’ora di cammino rilassato – o in appena 15 minuti con un auto fuoristrada – si arriva all’ingresso della grotta. Lungo il percorso, la natura è silenziosa, con l’erba alta che ondeggia al vento e il profumo di bosco che cambia a ogni curva. Un’escursione breve, facile, ma piena di atmosfera.

La grotta è stata scoperta solo negli anni ’90, ma ciò che custodisce al suo interno è molto più antico: una faccia scolpita nella roccia, quasi nascosta, che sembra osservarti da secoli. Non è un volto decorativo, ma qualcosa di più profondo: un simbolo lasciato lì da chi abitava queste terre migliaia di anni fa. Forse un guardiano, forse una preghiera scolpita nella pietra. Un volto rupestre risalente probabilmente al terzo millennio A.C. , probabilmente usato in antichi rituali propiziatori per allontanare malefici, intorno a questa grotta sono stati ritrovati anche utensili antichi testimonianze di presenze antiche!

Oltre al fascino del volto rupestre, nella grotta sono stati trovati anche utensili in pietra e resti di ceramica: segni concreti di vita, di passaggi umani, di riti forse dimenticati. E tutto questo in un luogo che oggi è ancora avvolto da silenzio e mistero, senza barriere, senza biglietterie, senza folle.

Visitare la Grotta del Rosario non è solo una passeggiata: è un piccolo ritorno a qualcosa di essenziale. Un modo semplice per riconnettersi con la terra, con la storia e con quel lato nascosto che spesso ignoriamo quando corriamo troppo in fretta.

Al lato della grotta troviamo  una superficie rocciosa levigata, con solchi profondi e allungati, visibilmente inclinata. La forma e la disposizione fanno pensare a diverse possibilità interessanti, legate sia alla geologia che alla storia del territorio:

Ipotesi 1 – Antico letto fluviale

Quella parete liscia e scavata potrebbe essere ciò che resta di un antico corso d'acqua, magari stagionale, che nel tempo ha eroso la roccia calcarea lasciando quei canali incisi. La zona del Tanagro, vicina alla grotta, ha infatti una storia idrogeologica complessa, con corsi d’acqua che si sono spostati nei secoli. Le scanalature potrebbero essere state scavate dal flusso di acqua e detriti nel corso dei millenni.

Ipotesi 2 – Traccia antropica antica 

Alcuni solchi simili si trovano in siti archeologici dove si trasportavano carichi pesanti (come cave o luoghi di culto). Potrebbe trattarsi quindi di un tratto di roccia calcarea intagliato volontariamente, forse per far scorrere slitte, carri o condotti d'acqua. Se la grotta aveva un valore rituale, potrebbero esserci stati collegamenti con antichi percorsi o rituali.

Ipotesi 3 – Fenomeno naturale (carsismo superficiale)

La roccia potrebbe essere soggetta a carsismo, un processo di erosione chimica che interessa le rocce calcaree. L’acqua piovana, ricca di CO₂, scava lentamente canali e solchi anche senza un fiume visibile. In questo caso, l’aspetto lungo e levigato potrebbe essere frutto dell’azione dell’acqua nel tempo.

Non c’è una risposta certa. Ma proprio questo lo rende affascinante.

È uno di quei dettagli che non trovi sulle mappe e che non ti raccontano nei pieghevoli turistici. Sta lì, al margine del sentiero, a ricordarti che la storia dei luoghi spesso è nascosta nei segni più umili. E che ogni passo, anche in un trekking semplice come questo, può riservare l’incontro con un elemento misterioso, capace di accendere la fantasia e farti sentire parte di qualcosa di più grande, più antico, più vero.