Nel cuore degli Alburni, a quasi 900 metri di altitudine, si apre una cavità che da secoli richiama fedeli, pellegrini ed escursionisti: la Grotta di Sant’Elia a Postiglione. Non si tratta di una semplice grotta carsica, ma di un luogo intriso di storia, spiritualità e tradizioni popolari che ancora oggi resistono, trasformandolo in una delle mete più suggestive del Parco Nazionale del Cilento.
La Grotta di Sant’Elia è conosciuta da secoli come luogo di devozione. Già prima del Cinquecento si celebravano qui solenni riti, anche se non è chiaro a quale santo fosse dedicata inizialmente.
Fu solo con l’arrivo dei Carmelitani, a metà del XVI secolo, che il culto venne ufficialmente legato al profeta Elia, figura biblica associata all’eremitaggio, alla pioggia e al fuoco divino. Da quel momento la grotta divenne santuario naturale e fulcro di processioni e pellegrinaggi.
Fu solo con l’arrivo dei Carmelitani, a metà del XVI secolo, che il culto venne ufficialmente legato al profeta Elia, figura biblica associata all’eremitaggio, alla pioggia e al fuoco divino. Da quel momento la grotta divenne santuario naturale e fulcro di processioni e pellegrinaggi.
La devozione non si limitò mai a semplici riti. Nei registri della chiesa di San Giorgio a Postiglione, risalenti al XVIII secolo, si trova il racconto di un miracolo attribuito a Sant’Elia: un evento invocato da fedeli e persino da uomini di chiesa di Controne, che si recarono in pellegrinaggio per chiedere grazie.
Non a caso, nei momenti di siccità le comunità locali si rivolgevano a questo luogo, chiedendo al santo la pioggia per i raccolti. Una tradizione che ancora oggi riecheggia nelle preghiere popolari.
Ogni prima domenica di maggio, il borgo di Postiglione si anima per la processione a Sant’Elia. I fedeli partono dal paese e, tra canti e invocazioni, percorrono il sentiero che sale fino alla grotta.
Qui, immersi nella natura incontaminata, si celebra la messa all’interno di un contesto naturale che diventa sacro, sospeso tra il profumo dei boschi e la maestosità delle montagne. Un evento che unisce fede, identità e comunità.
Qui, immersi nella natura incontaminata, si celebra la messa all’interno di un contesto naturale che diventa sacro, sospeso tra il profumo dei boschi e la maestosità delle montagne. Un evento che unisce fede, identità e comunità.
Oltre al valore spirituale, la grotta regala uno scenario mozzafiato. Dal suo ingresso si apre un panorama unico: la vista spazia fino alla Costiera Amalfitana, Capri, il Cilento e la Lucania.
Il sentiero che conduce alla grotta è lungo e immerso nei boschi, ed è considerato uno dei percorsi processionali più suggestivi del Sud Italia. Per i trekker e gli amanti della natura è un’esperienza che unisce fatica e meraviglia, con paesaggi che si imprimono nella memoria.
Il sentiero che conduce alla grotta è lungo e immerso nei boschi, ed è considerato uno dei percorsi processionali più suggestivi del Sud Italia. Per i trekker e gli amanti della natura è un’esperienza che unisce fatica e meraviglia, con paesaggi che si imprimono nella memoria.
Un sito candidato al Patrimonio Europeo
La rilevanza culturale e spirituale della Grotta di Sant’Elia è tale che il sito è stato candidato al Marchio del Patrimonio Europeo, un riconoscimento che premia luoghi simbolo della storia, della cultura e delle radici comuni del continente.
Un segnale chiaro che questo angolo di Postiglione non è solo tradizione locale, ma patrimonio di tutti.
Due luoghi gemelli che, uniti, creano un percorso unico tra fede e natura negli Alburni.




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