Questa strada, costruita in piĂą fasi tra il Settecento e l’Ottocento, era il principale asse viario del Regno di Napoli, destinato a facilitare commerci, spostamenti militari e traffici civili.
Le taverne di posta avevano un ruolo fondamentale:
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offrivano ristoro ai viaggiatori (cibo, vino, alloggio);
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garantivano il cambio dei cavalli delle carrozze postali;
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ospitavano funzionari e militari in viaggio;
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fungevano da piccoli centri di vita sociale per i paesi vicini.
La Taverna della Duchessa di Postiglione, situata in un punto strategico tra l’entroterra cilentano e le vie che salivano verso gli Alburni, rappresentava una cerniera naturale per chi viaggiava lungo la Regia delle Calabrie.
Il nome resta in parte avvolto nel mistero. Alcuni lo collegano al fatto che una duchessa fosse proprietaria delle terre o benefattrice della struttura. Altri, invece, sostengono che il nome derivi semplicemente da un soprannome popolare legato a chi la gestiva. Oggi, “Taverna della Duchessa” è un toponimo affascinante che conserva l’eco della nobiltĂ e del viaggio.
La funzione della Taverna della Duchessa è simile a quella della Taverna Romanzi a Salvitelle, altro edificio storico che si trovava sempre lungo la Regia delle Calabrie. Entrambe dimostrano come le taverne fossero parte integrante della rete viaria del Regno: un’infrastruttura che non si limitava alla strada, ma che comprendeva punti di assistenza e ospitalitĂ per chi viaggiava, rendendo i collegamenti piĂą sicuri ed efficienti.
La Strada Regia delle Calabrie: la grande arteria del Regno>>>
Voluta e realizzata dai Borbone, la Strada Regia delle Calabrie era un’opera strategica. Collegava Napoli a Reggio Calabria, passando per Salerno, Eboli, Battipaglia, e poi attraversando l’interno fino a raggiungere la Lucania e il sud estremo del Regno.
Non era solo una strada: era il simbolo della modernitĂ settecentesca, un modo per unire cittĂ , paesi e mercati. Su di essa transitavano merci, viaggiatori, funzionari e soldati, e proprio grazie a infrastrutture come la Taverna della Duchessa, il viaggio diventava piĂą organizzato.
E, proprio come la Taverna Romani di Salvitelle, ci ricorda che ogni rovina porta con sĂ© il racconto di chi l’ha vissuta.
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