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La Grotta di Sant’Elia a Controne: tra fede, natura e mistero negli Alburni prov Sa

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Nel cuore selvaggio degli Alburni, tra boschi fitti e silenzi millenari, si nasconde una cavità che da secoli affascina pellegrini, escursionisti e amanti delle leggende: la Grotta di Sant’Elia a Controne.
Non è solo una grotta naturale, ma un luogo che ha custodito eremiti, riti, memorie e racconti popolari che ancora oggi resistono. Visitandola si ha la sensazione di varcare la soglia di un santuario senza tempo, dove il sacro si intreccia con la natura.

Il legame con la Grotta di Sant’Elia a Postiglione>>

Non lontano da Controne, a Postiglione, sorge un’altra grotta dedicata allo stesso santo. Il collegamento tra le due non è casuale: entrambe richiamano la figura del profeta Elia, visto come l’eremita per eccellenza, simbolo di solitudine, digiuno e contatto con Dio.
Secondo alcuni studiosi, questi due santuari rupestri facevano parte di un antico itinerario spirituale che univa vari eremi sugli Alburni. Ancora oggi, percorrendo i sentieri tra i due paesi, si ha la sensazione di seguire un “cammino dell’anima”, sulle tracce di monaci e pellegrini medievali.
Ecco perché, se si visita la grotta di Controne, vale davvero la pena spingersi anche a Postiglione: in fondo, siamo già “sulla strada giusta” e il percorso diventa un’esperienza ancora più completa.

I ruderi davanti alla grotta: un eremo dimenticato

Prima di accedere all’imboccatura della grotta di Controne, ci si imbatte nei ruderi di antiche costruzioni in pietra. Non erano semplici ricoveri, ma con ogni probabilità celle monastiche e piccole cappelle risalenti al Medioevo, quando la montagna ospitava comunità di monaci orientali e benedettini.
Servivano come punto di sosta, di preghiera e forse di ospitalità per chi intraprendeva il pellegrinaggio. Oggi rimangono solo mura crollate e frammenti di architettura, ma basta poco per immaginare la vita silenziosa e austera che vi si conduceva secoli fa.

Leggende e tradizioni

La Grotta di Sant’Elia non poteva che diventare scenario di leggende.
Si dice che, nei tempi di siccità, gli abitanti di Controne e dei paesi vicini salissero in processione fino all’eremo, invocando Sant’Elia perché portasse la pioggia. In molti raccontano che le preghiere non restassero mai inascoltate.
Un’altra credenza popolare vuole che nelle notti d’estate, quando il vento soffia tra le rocce, si possano udire canti e preghiere antichissime, come se i monaci che un tempo abitarono quei ruderi non avessero mai abbandonato del tutto il luogo.

Come arrivare alla Grotta di Sant’Elia (Controne)

Raggiungere la grotta è un piccolo viaggio avventuroso:

  • Punto di partenza: dal centro di Controne si imboccano i sentieri che risalgono verso la montagna.

  • Il percorso: è un sentiero escursionistico tra boschi di castagni e querce, non sempre ben segnalato. Conviene affidarsi a una guida locale o informarsi presso associazioni di trekking del posto.

  • Durata e difficoltà: l’escursione dura circa 1 ora e 30 minuti – 2 ore a salire, con un dislivello medio. Non è adatta a tutti: servono scarpe da trekking, acqua e un po’ di allenamento.

  • Il premio finale: la vista della grotta con i suoi ruderi antichi, immersa nel silenzio degli Alburni.

Visitare anche la Grotta di Sant’Elia a Postiglione>>>>

Dopo Controne, se si ha tempo ed energia, conviene assolutamente proseguire verso Postiglione per visitare l’altra grotta dedicata a Sant’Elia.
Qui l’ambiente è diverso ma altrettanto affascinante: la cavità è più accessibile, e il sito conserva una forte tradizione devozionale con feste e pellegrinaggi ancora vivi.
Mettere insieme le due grotte in un unico itinerario significa regalarsi un’esperienza completa: non solo una giornata di trekking e natura, ma anche un viaggio spirituale tra due luoghi gemelli, uniti da fede, storia e mistero.

Perché andarci

La Grotta di Sant’Elia a Controne non è un semplice sito naturale: è un tuffo nella storia medievale degli Alburni, tra eremi dimenticati, leggende contadine e fede popolare.
E se dopo la visita si decide di allungare il cammino fino a Postiglione, si avrà la sensazione di compiere un antico pellegrinaggio, proprio come facevano secoli fa gli eremiti che scelsero queste montagne come rifugio dell’anima.