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Eremo di Santa Lucia: un viaggio tra mistero, avventura e bellezza selvaggia Sarno (Sa)

 L’Eremo di Santa Lucia è uno di quei posti che ti lasciano senza fiato, sia per la sua bellezza selvaggia che per il senso di precarietà che si prova avvicinandosi. È incastonato tra le rocce, quasi come se la montagna lo avesse inghiottito nel tempo, e per arrivarci bisogna affrontare un sentiero impervio, spesso esposto, con tratti in cui ogni passo va calcolato con attenzione.

L’atmosfera è incredibile: il silenzio è rotto solo dal vento e dal suono lontano dell’acqua che scorre nelle gole sottostanti. Quando finalmente lo raggiungi, ti trovi davanti a un rudere che sembra appartenere a un’altra epoca, con le pareti di pietra consumate dal tempo e dalla natura che pian piano si sta riprendendo tutto. L’ingresso è stretto e buio, e appena metti piede dentro senti quel mix di meraviglia e inquietudine. È un luogo che trasmette un’energia potente, quasi mistica.

Ma la vera scarica di adrenalina arriva quando ti affacci sullo strapiombo accanto all’eremo. Da lì, la vista è spettacolare, ma basta un passo falso per capire che la montagna non perdona. L’idea che quei monaci vivessero in un posto così estremo è affascinante e un po’ spaventosa. Ti chiedi cosa li abbia spinti a isolarsi qui, in un luogo dove la bellezza della natura è tanto mozzafiato quanto spietata.

L'Eremo di Santa Lucia, situato nei Monti di Sarno, è un luogo di grande fascino e mistero. Sebbene le informazioni storiche siano scarse, si ritiene che l'eremo risalga all' epoca bizantino-normanna verso il XIV secolo. È stato un rifugio per molti durante periodi bellici .

In passato, gli abitanti dell'Eremo di Santa Lucia a Sarno utilizzavano sentieri impervi e mulattiere scavate nella roccia per raggiungerlo. Questi percorsi, oggi quasi scomparsi, erano tracciati con grande attenzione e sfruttavano appigli naturali nella montagna.

È probabile che gli eremiti e i visitatori si affidassero a corde e bastoni per aiutarsi nei tratti più pericolosi. Inoltre, potevano esserci piccoli ponti o passerelle in legno nei punti più esposti, che nel tempo sono crollati. L’isolamento dell'eremo, raggiungibile solo con fatica e determinazione, rifletteva la scelta di vita eremitica: lontano dal mondo, immerso nella natura selvaggia e nella spiritualità più pura.