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Archeologia industriale: il rudere del mulino sul Trigento e la sua ruota idraulica orizzontale prov Sa

 

Lungo il percorso della Strada Statale 91, in corrispondenza del ponte sul fiume Trigento, sono visibili i ruderi di due antichi mulini ad acqua. Questi mulini, come molti altri nella zona, sfruttavano la forza del torrente per macinare i cereali.

Il Fiume Trigento: È un torrente che scorre nel territorio di Campagna e si unisce al fiume Tenza.  Il Trigento si trova nel bacino idrografico del Sele, più a est, e la sua valle è nota per la presenza di antichi opifici.

La presenza di questi mulini è una testimonianza dell'antica tradizione rurale e della storia industriale della zona. In passato, la provincia di Salerno e in particolare la valle del Tenza e dei suoi affluenti erano costellate di mulini e cartiere che sfruttavano l'energia idraulica.

Nelle foto si puo' notare un buco al centro del pavimento, e' probabile che  fosse l'alloggiamento di una ruota idraulica orizzontale. Questo sistema era molto diffuso in Italia e in particolare nell'Italia meridionale, a differenza dei paesi del nord Europa dove si prediligeva la ruota verticale (tipo mulino bianco per intenderci!).

l buco si trova  in una posizione strategica e rialzata rispetto al livello del fiume. Questa disposizione è tipica dei mulini ad asse orizzontale, dove la ruota, chiamata anche "ritrecine" o "ritrovo", era posizionata in un vano sottostante (spesso a livello del torrente o in una posizione leggermente superiore) e il suo asse verticale di trasmissione (chiamato "fuso") attraversava il pavimento e arrivava fino alle macine sopra.

I mulini a ruota orizzontale, sfruttavano la caduta dell'acqua. L'acqua veniva convogliata da un canale (la "gora") e, attraverso un condotto verticale chiamato "bottaccio" o "pozzo", precipitava con forza sulle pale  della ruota. Il buco  è probabilmente l'imbocco di questo condotto, o il luogo dove l'asse di trasmissione passava per collegare la ruota alle macine.

La ruota orizzontale era completamente nascosta all'interno della struttura, spesso al piano inferiore o in un ambiente interrato. Questo spiega perché non si vedono ingranaggi o ruote esterne, come si sarebbe visto in un mulino a ruota verticale.

Il buco non poteva essere una semplice cisterna. In un mulino, le cisterne o i pozzi (detti "pozzi-torre" o "bottacci") si trovavano all'esterno o sul fianco e la loro era quella di   accumulare acqua per garantire una pressione costante del  flusso che andava a colpire la ruota. Il buco al centro del pavimento, invece, era il punto finale di questo sistema idraulico, dove l'acqua, dopo aver fatto il suo lavoro, veniva scaricata e riportata nel letto del fiume tramite un canale di scarico (il "saettino").