Nel cuore degli Alburni, poco distante dalla frazione di Castelluccio Cosentino, resiste ancora il Ponte dei Cosentini, un viadotto in muratura costruito sul finire dell’Ottocento, quando venne inaugurata la linea ferroviaria Sicignano–Lagonegro.
Si tratta di una delle opere più suggestive della tratta: grandi arcate in pietra che attraversano il vallone, testimonianza di una ferrovia che per decenni ha rappresentato un filo vitale per i paesi del Vallo di Diano.
Poco lontano, sorge la stazione di Castelluccio Cosentino, o meglio una semplice fermata, attivata nel 1939. Niente grandi edifici o sale d’attesa: solo una pensilina in ferro, una panchina e poco più. Eppure, in quegli anni, era un punto di riferimento per chi doveva spostarsi, per i contadini della zona e per chi cercava un collegamento con il resto della regione. Potete vedere foto insieme ad altre stazioni abbandonate sulla linea Sicignano-Lagonegro cliccando qui>>>>>
Con il tempo, il traffico passeggeri è andato sempre più calando. La fermata fu resa impresenziata nel 1976 e dopo la chiusura della linea nel 1987, fu sostituita da autobus fino alla cessazione definitiva dei servizi nel 2007. Oggi rimangono solo i resti: la pensilina arrugginita, le erbacce che hanno preso possesso dei binari, e il silenzio che avvolge tutto.
Il fascino di questo luogo sta proprio lì: nel contrasto tra la solidità del ponte e l’abbandono della fermata. Sono luoghi che parlano di un tempo in cui la ferrovia era progresso, collegamenti, movimento. Oggi invece raccontano un’Italia dimenticata, fatta di linee sospese e stazioni fantasma, che per chi ama l’urbex e l’archeologia industriale hanno un fascino unico.
Spettacolare nella sua maestosità , il Ponte dei Cosentini si staglia come un arco sospeso nel tempo: costruito nel 1886, si eleva per 56 metri e si estende per 124 metri, poggiato su 10 archi in muratura, tra cui spiccano tre archi sovrapposti che aggiungono ritmo alla struttura.
Una curiosità che affascina gli appassionati di archeologia industriale? Ogni arco è dotato di una minuscola porticina di ispezione: un dettaglio che racconta la cura, l’attenzione e le tecniche ingegneristiche dell’epoca, utili per controllare la solidità dell’opera nel tempo.
Camminare lungo questa ex linea ferroviaria oggi significa ritrovarsi in un luogo sospeso tra natura e memoria, tra passaggi rischiarati dal sole e l’eco di una ferrovia fantasma che un tempo rappresentava progresso. Il ponte diventa così, più che un semplice manufatto, un anfiteatro della storia, dove ogni arco custodisce storie di ferro, pietra e silenzio.
Il maestoso ponte dell ex Ferrovia Sicignano Lagonegro che si puo' ammirare anche dall attuale autostrada A2 Direzione Sa
Social Plugin