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Nel cuore selvaggio di Buccino: alla conquista del canyon del Fiume Bianco prov Sa parte 2


Il rumore dell’acqua è appena un sussurro. È estate, il Fiume Bianco si ritira lasciando al suo posto un mosaico di rocce bianche, lisce e scolpite dal tempo. È il momento perfetto per infilarsi tra le sue gole e improvvisarsi esploratori, alla Indiana Jones, senza bisogno di corde o caschetti: bastano scarpe comode e tanta curiosità.

La camminata è semplice: pochi ostacoli, e' tanto divertimento, camminare sulle pietre come Lara Croft non ha prezzo!....ma il bello non finisce qui'... lo scenario cambia di continuo. Rocce stratificate raccontano di ere geologiche passate, piccole grotte si aprono come porte verso il mistero, e passaggi naturali invitano a soste fotografiche obbligate.

E poi, all’improvviso, eccolo: il ponte.
Un gigante di pietra e mattoni, costruito negli anni della grande ingegneria ferroviaria italiana, quando si sfidavano canyon e montagne per unire paesi e mercati. La sua arcata principale si riflette nell’acqua calma come in uno specchio, mentre la galleria superiore, con la sequenza di archi, sembra quasi un acquedotto romano. È un’opera imponente, perfettamente incastonata tra le pareti verticali delle gole, che testimonia la determinazione e l’abilità di chi l’ha eretto.

Qui il fiume rallenta, creando piccole pozze dove la luce gioca con riflessi d’oro e d’argento. Sul lato, tra le rocce, emergono sentieri naturali che conducono a punti panoramici: basta un passo in più per sentirsi in cima al mondo.

Questo è il secondo punto del nostro viaggio nel canyon del Fiume Bianco: un luogo in cui natura e ingegno umano si stringono la mano.
Ma l’avventura non finisce qui. Il prossimo tratto ci porterà ancora più a fondo, verso il terzo punto del nostro tour, dove il canyon custodisce una sorpresa ancora più spettacolare.

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