Urbex Taxi

Il Carcere che Fece Tremare i Briganti: Montefusco (AV) e il Lato Più Oscuro della Storia!

Tra le colline dell’Irpinia, in una posizione strategica a cavallo tra Benevento e Avellino, si erge ancora oggi un imponente edificio che ha fatto tremare intere generazioni: il carcere borbonico di Montefusco, uno dei luoghi più temuti del Regno delle Due Sicilie.

Il carcere borbonico di Montefusco, noto anche come "Spielberg dell'Irpinia", fu istituito nel 1851 da Ferdinando II di Borbone come "bagno penale di prima classe" per detenuti politici. Tra i prigionieri più noti vi furono Carlo Poerio, Sigismondo Castromediano e Michele Pironti. Le condizioni di detenzione erano estremamente dure, tanto da far nascere il detto popolare: "Chi trase a Montefusco e se nn’esce di ca ‘nterra nata vota nasce".

Un carcere “moderno” per fare paura

Costruito nel 1792 su ordine dei Borbone, il carcere di Montefusco non era una semplice prigione, ma una vera fortezza del terrore. Situato a oltre 700 metri sul livello del mare, era difficile da raggiungere… e impossibile da lasciare. Le sue mura spesse e la posizione isolata lo rendevano un perfetto carcere di massima sicurezza, pensato per rinchiudere i nemici dello Stato.

Era qui che finivano briganti, carbonari, rivoluzionari e oppositori politici, spesso senza un vero processo. Il carcere era anche sede del Tribunale della Gran Corte Criminale, per cui chi arrivava veniva giudicato e condannato direttamente in loco, senza scampo.

Una fortezza da 4.000 metri quadrati

L’edificio si estende per circa 4.000 metri quadrati, con decine di celle, sale di tortura, cortili interni e persino una cappella. Le celle erano piccolissime, buie, spesso umide e senza finestre. In alcune, si dice, non ci si poteva nemmeno sdraiare. I prigionieri più pericolosi venivano chiusi in catene, in isolamento per giorni o settimane.

Molti racconti parlano della "cella della morte", una stanza in cui venivano rinchiusi coloro che non uscivano più. Le condizioni erano talmente disumane che ancora oggi, tra quelle mura, si respira un'aria inquietante, come se le sofferenze del passato non se ne fossero mai andate.

Briganti e rivoluzionari: chi finiva a Montefusco

Tra i personaggi più noti passati da questo carcere c’è il celebre Carmine Crocco, il re dei briganti lucani, anche se la sua permanenza fu breve prima di essere trasferito. Ma Montefusco fu soprattutto la tomba civile per centinaia di carbonari, patrioti del Risorgimento e popolani accusati di cospirazione.

Durante l’epoca dei moti rivoluzionari e dopo l’Unità d’Italia, fu usato anche dal nuovo governo sabaudo per punire i briganti e i loro fiancheggiatori, diventando così una prigione “scomoda” per chiunque fosse fuori dalle regole del potere, qualunque esso fosse.

Un luogo da visitare, per non dimenticare

Oggi il carcere è visitabile e fa parte del patrimonio storico della zona. Camminare tra i corridoi, vedere le celle e ascoltare le storie dei prigionieri è un’esperienza toccante. Ogni angolo racconta un frammento di un’Italia che cercava la libertà, ma spesso la pagava cara.

Montefusco non è solo un edificio. È un simbolo di resistenza, dolore e memoria. Un posto dove il tempo si è fermato e le voci dei “dannati” sembrano ancora sussurrare tra le pareti.

Mini Tour Wildex: Montefusco e dintorni

Tra carcere, natura selvaggia e arte perduta

Se ami l’esplorazione vera, quella fatta di silenzio, rovine, storia e sentieri dimenticati, questo mini tour fa per te. Ti porta nel cuore dell’Irpinia, tra i borghi più alti e affascinanti della Campania. Pronto a partire?

1. Carcere Borbonico di Montefusco

Il cuore oscuro del tour. Costruito nel 1792, questo carcere era considerato uno dei più temuti del Regno delle Due Sicilie. Celle buie, mura spesse, torture e storie di briganti. Oggi è visitabile, ma l’atmosfera è rimasta intatta.
Non perdere: la “cella della morte”, la cappella interna, il panorama mozzafiato.

2. Centro Storico di Montefusco

Un borgo antico, silenzioso, con vicoletti di pietra e palazzi storici decadenti. Passeggiare qui è come entrare in un'altra epoca.
Cosa cercare: portali in pietra, scorci perfetti per foto urbex soft, ex monasteri e antiche cantine.

3. Ex Convento di Sant’Agata Irpina (Sant’Angelo a Scala)

A circa 20 minuti d’auto. Rovine di un convento immerso nella vegetazione, con affreschi sbiaditi e muri ancora in piedi.
Mood: puro urbex. Perfetto per chi ama il silenzio e la decadenza.
Attenzione: accesso libero ma ruderi pericolanti, serve cautela.

5. Fontanarosa – Borgo della Pietra

Un piccolo centro dove troverai sculture ovunque: balconi, piazze, angoli nascosti. L’arte si fonde con l’urbano.
Da vedere: murales moderni, laboratori di scultura (se aperti), dettagli unici.

Perché questo tour è Wildex?

Perché unisce urbex reale, natura incontaminata e arte fuori dai circuiti turistici. Un'esperienza per chi cerca il silenzio, l'autenticità e la bellezza nascosta.

Conosci altri luoghi da scoprire in zona? Raccontacelo nei commenti o sul nostro gruppo Facebook "Urbex Taxi [Campania & Basilicata]".