Un viaggio tra ghost town, castelli e brutalismo: tre anime urbex in una sola meta
Se sei un appassionato di urbex – l’esplorazione urbana di luoghi abbandonati o dimenticati – allora Bisaccia è il tuo prossimo paradiso. Situata nell’Irpinia più autentica, al confine con la Basilicata, Bisaccia sembra uscita da un romanzo distopico ma con tutta la poesia e il fascino del Sud Italia. Qui, convivono tre identità urbex ben distinte, che fanno di questo paese una meta assolutamente unica nel suo genere.
Il Borgo Vecchio: il cuore abbandonato
La prima anima urbex di Bisaccia pulsa nei vicoli deserti del centro storico, un borgo antico che si sta lentamente spopolando. Camminare qui è come fare un viaggio nel tempo, tra case pericolanti, porte socchiuse che nascondono cucine ferme ad anni lontani, finestre rotte da cui filtrano solo silenzi e memorie. È il regno del tempo sospeso. Ogni casa abbandonata è una storia, ogni crollo una poesia malinconica.
Ma attenzione: serve cautela. Alcuni edifici sono talmente fatiscenti che anche i piccioni ci pensano due volte prima di appollaiarsi. Non è il solito borgo turistico: è autentico, crudo, emozionante. Il paradiso per chi ama l'urbex senza filtri.
Il Palazzo Ducale: medioevo a regola d’arte>>>>>
Dall’abbandono alla maestosità medievale, bastano pochi passi. Il Palazzo Ducale, con la sua vista mozzafiato e la sua posizione dominante sul crinale, racconta la storia più nobile del paese. Qui si respira il Medioevo: mura spesse, cortili interni, affacci panoramici sulla valle e un’atmosfera che sa di cavalieri e segreti.
Il contrasto con il borgo abbandonato è potente. È come passare da una poesia decadente a un’epica cavalleresca. Anche questo fa parte del fascino ibrido di Bisaccia.
Bisaccia Nuova: brutalismo sovietico made in Irpinia
Ed ecco il colpo di scena: Bisaccia Nuova. Dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980, il paese fu in parte ricostruito... e che ricostruzione! Ci si ritrova davanti a un'esplosione di architettura brutalista, spigolosa, geometrica, quasi ostile nella sua imponenza.
Poco distante troviamo Casa Morano un edificio privato progettato da Aldo Loris Rossi proprio nel contesto della ricostruzione post-sisma dell'Irpinia. È uno degli esempi più estremi e affascinanti della sua idea di architettura organica e brutalista visionaria applicata all'abitare.Casa Morano – Bisaccia (AV)
Periodo di costruzione: Anni ’80
Stile: Brutalismo organico, sperimentale, con influenze futuriste
Aspetto: sembra un'astronave in cemento o una torre di osservazione aliena, appoggiata su un pilone centrale
Perché è importante?
Fa parte del grande piano urbanistico sperimentale di Aldo Loris Rossi, che dopo il terremoto del 1980 trasformò Bisaccia in un laboratorio di architettura radicale.
È una casa privata, ma ha un valore pubblico altissimo per chi ama l’architettura utopica: una scultura abitabile, in perfetta continuità con la chiesa, le scuole, i percorsi pedonali e le altre strutture pubbliche di Bisaccia Nuova.
È un unicum in Italia, e in Europa ha pochi pari. Il suo stile si avvicina ai progetti del gruppo Archigram o ai megastrutturalisti giapponesi degli anni ’60–’70.
Cosa racconta?
Casa Morano è la prova che persino un piccolo borgo dell’entroterra campano può ospitare avanguardia e visione, se guidato da menti coraggiose. Non è solo una casa, ma un’idea abitativa rivoluzionaria: integrata con la natura, scolpita nel cemento, progettata come un organismo vivente.
Casa Gervasio, i famosi "organi abitativi" e gli enormi blocchi residenziali sembrano usciti da un film ambientato nella Russia post-sovietica.
Qui l’urbex cambia volto: da decadente a distopico. Cammini per queste strade e hai l’impressione di essere finito in una versione alternativa del mondo, tra utopie moderniste e deserti umani.
Un tour fuori dall’ordinario
Bisaccia non è per tutti. È per chi cerca qualcosa di diverso, per chi sa leggere le storie nei muri, per chi ama i contrasti forti: tra antico e moderno, tra silenzio e imponenza, tra decadenza e memoria.
Tre volti urbex in un unico paese:
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Il borgo che muore, romantico e struggente;
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Il castello che resiste, simbolo della storia;
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Il brutalismo che sfida, provocatorio e affascinante.
In una sola visita puoi toccare con mano secoli di storia, architettura, rovina e rinascita. E ti assicuro: non lo dimenticherai.
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