Un giorno a Tursi: tra vicoli, ruderi, calanchi e sacralità
Un viaggio a Tursi è un’esperienza completa che unisce storia, mistero, natura e spiritualità. In un solo tour puoi passeggiare tra i vicoli medievali della Rabatana, esplorare il monastero abbandonato, ammirare i paesaggi lunari dei calanchi e vivere la sacralità della Madonna SS. Anglona, patrona della città e protagonista di una delle feste religiose più sentite della Basilicata, ogni 8 settembre. Un itinerario unico che regala emozioni autentiche, perfetto per chi ama scoprire borghi, leggende e luoghi fuori dal tempo.
La Rabatana: il quartiere fantasma che ti conquista>>>
Prima tappa: la Rabatana. Non potevamo non partire da qui, il cuore più antico del paese. Ci infiliamo nei vicoli stretti, tra archi in pietra e portali scolpiti. Alcune case sono state restaurate con cura, altre invece resistono al tempo con finestre vuote che sembrano occhi socchiusi.
È un po’ come passeggiare dentro una scenografia: da un lato turisti curiosi con la guida in mano, dall’altro quell’aria da urbex soft che ti fa venire voglia di sbirciare dentro ogni portone socchiuso. La Rabatana, nata in epoca bizantina e passata poi sotto dominazione araba (da cui il nome “ribat”), è una piccola macchina del tempo che non smette di sorprendere.
Il monastero abbandonato: brividi e poesia
A pochi passi, tra le colline, ci aspetta il monastero abbandonato. Ruderi, archi senza tetto, muri che si piegano ma non cadono. Camminare tra quelle pietre è emozionante: senti ancora l’eco delle preghiere, immagini i frati intenti al lavoro, e intanto il vento fischia tra le crepe come una colonna sonora naturale.
Qui il turismo incontra l’urbex puro: Non servono effetti speciali, l’atmosfera la fa tutta il luogo.
I calanchi: un tuffo su Marte (senza astronave)
Dopo tanta storia, ci spostiamo nei calanchi di Tursi. Basta una camminata di pochi minuti e sei catapultato su un altro pianeta. Colline d’argilla, spaccate dal sole e dalla pioggia, creano un paesaggio lunare che ti lascia a bocca aperta.
Il bello è che qui puoi scegliere: passeggiare tranquillo tra i sentieri o avventurarti un po’ di più, scalando le creste come un piccolo esploratore. Al tramonto, quando tutto si colora d’oro e d’arancio, ti rendi conto che non serviva il biglietto per Marte: bastava venire a Tursi.
La Chiesa di Santa Maria d’Anglona: la perla sacra
E per chiudere la giornata, ecco il tocco di sacralità: la Chiesa di Santa Maria d’Anglona, che domina una collina poco fuori dal paese.
Costruita tra il X e l’XI secolo, probabilmente sui resti di un antico tempio greco, questa chiesa romanica è uno dei monumenti più preziosi della Basilicata. Appena arrivi, la facciata semplice ma elegante ti accoglie con sobrietà. Dentro, gli affreschi medievali raccontano scene bibliche che resistono al tempo e alle intemperie, come piccole finestre sul passato.
Le leggende non mancano: si dice che la Madonna sia apparsa proprio qui, indicando il luogo come sacro, e che la chiesa sia stata costruita in segno di gratitudine dopo una vittoria miracolosa contro i Saraceni. Ancora oggi, è meta di pellegrini e devoti, ma anche di viaggiatori curiosi come noi che cercano bellezza e silenzio.
8 settembre è il gran giorno della Festa della Madonna di Anglona, con celebrazioni solenni, messe fin dall’alba e processione tra Agri e Sinni.
Nessuna architettura templare qui: la chiesa è romanica, con radici bizantine, e risale tra XI e XII secolo, innalzata su strutture ancora più antiche.
Nessuna cripta nascosta… ma i chiostri, gli affreschi e l'atmosfera ti cattureranno lo stesso. La magia qui è tutta in superficie, nel gioco di luci e pietre antiche.
L’acqua che guarisce
Accanto alla chiesa scorre una piccola fonte, e per secoli i fedeli hanno creduto che la sua acqua fosse miracolosa. Veniva usata per benedire i malati, in particolare i bambini. Ancora oggi non è raro che qualcuno si fermi a raccoglierne un po’ come gesto di devozione.
Perché si chiama “Madonna di Anglona”?
Il nome viene dal luogo in cui sorge il santuario: Anglona, un antico centro abitato oggi scomparso.
Un po’ di storia
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In epoca greco-romana, tra i fiumi Agri e Sinni, esisteva una città importante chiamata Pandosia, poi divenuta Anglona in età medievale.
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Anglona era sede vescovile già dal VI secolo, e per secoli fu un punto di riferimento politico e religioso della zona.
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Quando la città decadde e gli abitanti si spostarono a Tursi, l’unica cosa che rimase viva fu la chiesa, con la sua Madonna venerata.
La Madonna prende il nome dal colle
La Vergine custodita lì fu chiamata “Madonna di Anglona” proprio perché il santuario sorgeva su quel colle che portava il nome dell’antica città. È quindi un titolo “geografico”: la Madonna di quel luogo preciso.Curiosità
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Nel 1976 il santuario è stato dichiarato Monumento nazionale.
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Ancora oggi la Madonna di Anglona è Patrona di Tursi e della diocesi di Tursi-Lagonegro.
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Durante la festa dell’8 settembre, la gente dice ancora: “Andiamo ad Anglona”, intendendo proprio il pellegrinaggio al santuario.
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Perché Tursi vale il viaggio
Tursi è un mix perfetto:
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wild trekking nei calanchi,
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e infine la spiritualità autentica della Chiesa di Anglona.
Un giorno solo non basta per coglierne tutte le sfumature, ma anche poche ore ti regalano un viaggio che resta dentro.
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