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Il Convento Fantasma di Marsicovetere (Pz)...S. Maria di Costantinopoli!

Nascosto tra la vegetazione ai piedi del centro storico di Marsicovetere, il Convento di Santa Maria di Costantinopoli è uno di quei luoghi che sembrano sussurrare storie dimenticate. Costruito nel 1575 per volere del Principe Ettore Caracciolo e affidato ai monaci cappuccini, era un tempo un centro di spiritualità, silenzio e vita monastica. Oggi, invece, è solo uno scheletro in pietra, affascinante e spettrale, che resiste al tempo come una reliquia fuori dal mondo.

Camminando tra i suoi ruderi si possono ancora intravedere i resti del chiostro centrale, le nicchie laterali della chiesa e le tracce sbiadite degli affreschi che decoravano le pareti. La natura sta lentamente reclamando il convento, e questo lo rende ancora più suggestivo: edera, silenzio e pietre smosse fanno da cornice a un luogo sospeso tra sacro e profano.

Nel Convento di Santa Maria di Costantinopoli, a Marsicovetere, vivevano i frati cappuccini, ramo riformato dell’Ordine francescano.

I cappuccini sono noti per il loro stile di vita molto austero, semplice e vicino al popolo. Vestivano con il classico saio marrone con cappuccio (da cui il nome "cappuccini") e conducevano una vita di preghiera, lavoro e predicazione. Spesso si stabilivano in luoghi isolati o in prossimità dei borghi, come in questo caso, proprio per mantenere un contatto diretto con la comunità ma anche uno spazio per la contemplazione.

Il convento fu costruito nel 1575 proprio per ospitarli, grazie alla volontà del Principe Ettore Caracciolo, e per un paio di secoli fu attivo come centro religioso e spirituale.

Il portale in pietra, uno dei pochi elementi risparmiati, venne rimosso e oggi sopravvive, quasi come un pezzo di memoria traslocata, nella chiesa della Beata Vergine Addolorata a Villa d’Agri.

Oggi, quel che resta del convento è una perfetta tappa urbex per chi ama esplorare luoghi dimenticati, carichi di storia e atmosfere oniriche. È facile immaginare i passi lenti dei frati, le preghiere sussurrate tra le mura, le candele accese sotto archi ormai crollati. Ma è anche facile sentire il vuoto, il tempo che ha lasciato solo pietre e vento.

Se ti piacciono i luoghi abbandonati che parlano attraverso le crepe, Santa Maria di Costantinopoli è un gioiello segreto della Basilicata, da scoprire con rispetto... e magari anche un po’ di brivido.