C’è un posto nel cuore del Cilento dove il tempo ha messo in pausa la sua corsa. Si chiama San Severino di Centola e non è solo un borgo abbandonato: è una macchina del tempo senza istruzioni, una meraviglia incastonata su una rupe che guarda la valle del Mingardo con aria saggia… e un po’ malinconica.
Qui non troverai file di turisti o souvenir. Troverai rovine sospese tra cielo e terra, pietre che raccontano storie, e un silenzio così intenso che ti sembrerà di sentir parlare i muri.
Questo gioiello medievale ha preso vita intorno all’anno Mille, grazie alla potente famiglia dei Sanseverino. Per secoli ha vissuto, respirato, custodito vite e segreti. Poi, lentamente, è entrato in letargo. Con l’arrivo della ferrovia a valle, la gente se n’è andata e il borgo ha cominciato a spegnersi, casa dopo casa, fino all’ultimo abitante che ha chiuso la porta nel 1977. Da allora, nessuno è tornato a viverci. Ma il borgo… vive ancora.
Se sei un* esplorator* dell’anima, amante dell’urbex o anche solo in cerca di un’avventura fuori dal comune, San Severino è il tuo posto segreto.
Passeggia tra vicoli di pietra coperti di edera come in un film fantasy.
Saluta le case senza tetto, con finestre spalancate sul nulla e sull’infinito.
Raggiungi i ruderi del castello e goditi uno dei panorami più spettacolari del Cilento.
Immagina le storie, ascolta il vento, lasciati attraversare dal mistero.
Spoiler: ti ruberà il cuore
San Severino di Centola non è un borgo fantasma qualsiasi. È un posto che non si dimentica. Un piccolo scrigno di mistero, storia e magia a cielo aperto. Una meta che sembra dirti:
“Vieni. Guardami. Scoprimi.”
San Severino di Centola è una vera ghost town?
Sì, eccome! Non nel senso horror hollywoodiano con apparizioni a ogni angolo, ma nel senso più autentico e suggestivo del termine: è un borgo abbandonato, disabitato da decenni, con case vuote, vicoli deserti, finestre senza vetri… e un silenzio così potente che ti sembra di sentire il respiro della storia.
È una ghost town del Cilento, e rientra a pieno titolo tra i luoghi urbex più belli e accessibili del Sud Italia. L’ultimo abitante ha lasciato il borgo nel 1977, e da allora nessuno ha più vissuto lì in pianta stabile. La natura si è riappropriata del luogo, ma senza cancellarne il fascino: tutto è ancora lì, come in stand-by, pronto per essere scoperto.
A differenza di altri borghi abbandonati, San Severino di Centola non ha vere e proprie leggende oscure o racconti paranormali noti, almeno non nei documenti ufficiali o nella tradizione popolare diffusa online.
Tuttavia, il fascino del mistero è tutto lì, nella sensazione che ti avvolge mentre esplori. È quel tipo di luogo dove:
ti guardi intorno e hai l’impressione di essere osservato (dagli spiriti del passato, o da qualche lucertola troppo curiosa);
ti aspetti che da una porta mezza aperta esca un vecchietto del ‘600 con una brocca in mano;
le voci del vento sembrano parole antiche, sussurrate tra le pietre.
Insomma, anche se non ci sono storie di fantasmi ufficiali, San Severino è intriso di atmosfera. Ed è quella la sua leggenda: un borgo che, pur abbandonato, continua a raccontare.
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