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25 metri di fede e passione: la Tirata che unisce un intero paese a Mirabella Eclano AV

 


La Grande Tirata: quando il paese si mette in cammino

Hai presente quelle feste di paese che senti vibrare sotto i piedi? Quelle che non si guardano soltanto, ma si vivono con pelle, cuore e brividi? Benvenut* a Mirabella Eclano nel giorno della Grande Tirata del Carro: non è una sfilata, non è un evento… è un’esplosione di anima collettiva!

Ogni anno, il sabato prima della terza domenica di settembre, il paese si trasforma. Tutto ruota attorno a lui, al protagonista assoluto: un carro alto 25 metri, interamente rivestito di paglia intrecciata a mano. Sì, paglia. Intrecciata con una precisione quasi maniacale, a creare motivi barocchi, roselline, spirali, fregi... Un’opera d’arte fragile e monumentale allo stesso tempo. E sopra, in cima all’obelisco, la Madonna Addolorata guarda dall’alto il suo popolo.

Sembra impossibile da muovere, eppure ce la fanno: dodici buoi lo trainano, mentre decine di uomini e donne lo tengono in equilibrio con lunghe corde.

È una processione, ma anche una festa, una sfida collettiva, un rito popolare. La gente si prepara mesi prima, le famiglie si tramandano i segreti per lavorare la paglia, intrecciare i motivi barocchi, sistemare la statua della Madonna sulla cima.

Il progetto dell’obelisco, così come lo vediamo oggi, risale al 1924, ma la tradizione è molto più antica, radicata nella fine del Seicento. Ogni edizione è unica: il carro cambia sempre un po’, ma l’anima è la stessa.

È più di una sfilata: è una dimostrazione d’amore, di fede e di orgoglio locale.

Ma qui non c’è niente di finto o messo in scena: il carro è vero, pesante, vivo. Poggia su un antico carro agricolo, tirato da dodici buoi poderosi, accompagnati da decine di uomini, i famosi funaioli, che si aggrappano alle lunghe funi e lo tengono in equilibrio durante il percorso.

Le corde si tendono, le mani si stringono, la folla urla e canta.
Ogni metro guadagnato è una conquista. Il carro oscilla, sembra danzare sulle sue ruote, mentre tutto il paese trattiene il fiato. È fatica, è fede, è festa.

La processione attraversa le strade, le piazze, tra case addobbate, balconi pieni di bandiere, tamburi che rullano e occhi che brillano. Non è solo un evento religioso, è una dimostrazione d’amore collettivo, un’impresa che unisce intere generazioni: padri, figli, nonni, tutti a dare il proprio pezzo di cuore.

Il carro non dura per sempre. È costruito per vivere un giorno solo. Ed è questo che lo rende così potente. Mesi di lavoro, centinaia di mani all’opera, solo per vedere quell’obelisco dorato sfilare per qualche ora. E poi, tutto svanisce… ma quello che resta è il ricordo, la gioia, l’orgoglio.

Perché la Tirata non si dimentica. Chi la vive, la racconta con gli occhi lucidi. E chi la guarda per la prima volta, sente subito di farne parte.