La storia di Quaglietta e del suo fortilizio affonda le radici in epoche lontane, probabilmente addirittura Longobarde, nato come un baluardo difensivo essenziale per controllare l'Alta Valle del Sele, in una posizione strategica in chiave anti-saracena.
Come molti tesori del Sud Italia, anche il Castello e il Borgo di Quaglietta hanno subito la violenza del terremoto del 1980, che lasciò dietro di sé un doloroso scenario di crolli e abbandono. Per decenni, quello che era stato un fiero presidio è rimasto in silenzio, quasi un borgo fantasma
L'origine del fortilizio risale al periodo Longobardo (anche se fu poi ampliato e modificato nei secoli, specialmente in epoca Normanna).
Necessità Militare: Non si conosce un singolo "costruttore" ma la sua erezione fu una decisione strategica in risposta a una minaccia concreta. Fu costruito insieme ad altre due fortezze (Valva e Senerchia) per creare un sistema difensivo (un castrum Quallectae) in chiave anti-saracena, frenando le incursioni che risalivano la Valle del Sele. La sua posizione su uno sperone roccioso lo rendeva un punto di controllo cruciale sulle principali arterie di comunicazione a valle.
Periodo Normanno: Durante la dominazione normanna, il castello si consolidò. Documenti della metà del 1100 lo citano come un importante presidio militare, che divenne la sede di un comando affidato a Robertus de Quallecta, il primo signore del luogo.
Rimaneggiamenti Successivi: Nel XVII secolo, il Castello fu ampliato, in particolare dal Barone de' Rossi, che si occupò principalmente di restaurare e innalzare la torre centrale (il mastio).
Il Castello di Quaglietta aveva una funzione triplice: militare, amministrativa e persino sociale.
1. Funzione Militare e Amministrativa
Struttura: La fortificazione aveva una pianta quadrilatera (o quadrangolare, sebbene un lato fosse irregolare) con un imponente cortile centrale attorno al quale si sviluppava la dimora feudale e la vita del presidio.
Torre (Mastio): Al centro si erge l'alta torre a pianta quadrata, il mastio, la parte più difensiva e simbolica della struttura.
Piazza d'Armi e Addestramento: Alcuni documenti indicano che il cortile non serviva solo come piazza d'armi per le guarnigioni, ma era utilizzato anche come luogo di addestramento per i cavalli del re.
Difesa: Le mura perimetrali, di cui oggi restano visibili le cortine murarie, erano dotate di feritoie e brevi tratti di coronamento con merlatura guelfa per la difesa attiva.
2. Funzione Sociale e di Accoglienza
Oltre al suo ruolo militare, il Castello di Quaglietta ricopriva un'importante funzione di accoglienza:
Ospitalità: Serviva come luogo di accoglienza e ospitalità per numerosi viandanti che transitavano in quella zona.
Punto di Sosta per i Pellegrini: La sua posizione strategica lo rendeva un punto di sosta fondamentale per i pellegrini che si dirigevano verso il celebre Santuario di San Michele sul Gargano.
i due stemmi che si trovano sul portone d'ingresso sono legati alla potente famiglia dei Viscido di Nocera, che detenne il feudo in epoche successive.
Ecco chi rappresentano gli stemmi e il contesto storico:
1. La Famiglia Viscido di Nocera
I Viscido di Nocera furono una delle tante famiglie nobili che si succedettero nel dominio del feudo di Quaglietta nel corso dei secoli. La loro presenza è attestata da questi simboli che fungevano da dichiarazione di proprietà e potere.
2. La Connessione con i Conti Donati
Il secondo stemma che si trova all'ingresso del castello include l'arme dei Conti Donati Patrizi di Cosenza e di Paola.
Questo significa che, molto probabilmente, ci fu un matrimonio tra un membro della famiglia Viscido di Nocera e un esponente della famiglia Donati. Nell'araldica, unendo gli stemmi si testimoniava l'unione di due casate nobiliari, un evento che rafforzava notevolmente il prestigio e le proprietà della famiglia residente nel castello.
Un Feudo di Molte Mani
Vale la pena ricordare che Quaglietta non ebbe un unico proprietario, ma fu un feudo molto ambito. Prima dei Viscido e dei Donati, il borgo passò di mano in mano a una lunga serie di potenti famiglie nobiliari, tra cui:
I Rossi di Gesualdo
I Senerchia
I Marchesi di Santa Lucia "i De Vicariis"
I Baroni Del Plato (l'ultima famiglia proprietaria)
I D'Ayala-Valva
Gli stemmi all'ingresso, quindi, sono una testimonianza tangibile del potere di quelle famiglie, come i Viscido, che hanno lasciato il segno più evidente sulla struttura del Castello prima che venisse colpito dal terremoto.
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